BUTTERFLY – Ersiliadanza
Coreografie e regia Laura Corradi
Con Midori Watanabe
Cyo Cyo San (Butterfly) si illude che Pinkerton stia per tornare da lei.
Quando si rende conto che non è così, che lui torna in Giappone solo per portarle via il loro bambino, Cyo
Cyo San si toglie la vita. Questa la trama tradizionale.
La nostra Butterfly invece reagisce diversamente.
Con questo assolo abbiamo voluto dedicarle un momento di giusta ribellione.
OMBRA 45 – The Lab Collettivo Contemporaneo
Di e con Alice Parovel, Benedetta Agostinis
“Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli.
Vittima sacrificata sull’altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
tristi custodi segreti del tuono definitivo,
ci bastano d’assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate”.(Primo Levi)
Hiroshima: due giovani donne rivivono l'esplosione atomica a ritroso. Dalle macerie fuoriescono ricercando
i loro corpi, la loro essenza. Si rivestono della loro ombra impressa nel suolo per ritrovare la loro anima.
I SUPPOSE IT’S REAL – Michela Silvestrin
Concept e danza Michela Silvestrin
Video Daniele Crosara
Musiche Orphan Swords
Co-produzione Aiep- Compagnia Ariella Vidach
Foto Emanuele Chirivino
La questione su ciò che è reale o apparente è molto antica.
Oggi l’uomo e la sua natura prescindono dalla tecnica.
Nell’era degli schermi avviene un completo ribaltamento di ciò che è reale e ciò che appare reale.
Ciò che è virtuale, tuttavia non è detto che non sia reale.
Non è forse questo l’ambiente verso cui si tende?
Il nostro habitat è costituito da oggetti tecnologici che ci fanno agire nel mondo come IO apparenti e non come IO sensoriali. Le connessioni che avvengono a distanza fanno aumentare la separazione tra questi due IO che si contendono la leadership. L’uomo, per continuare ad esistere ha avuto bisogno di espandere se stesso all’interno di un oggetto. Il processo evolutivo continua nel mondo virtuale.
E’ necessario indagare all’interno della natura dell’uomo per rispondere alla domanda che ha generato l’idea dell’intero progetto: perché l’uomo ha fatto della tecnica Dio?
L’aspetto istintivo e sensoriale e l’aspetto virtuale coesistono nell’uomo da sempre. Il mondo di oggi ce lo sta solo rivelando.