concetto e direzione Alessandra Paoletti e Damiano Ottavio Bigi
danzatori Damiano Ottavio Bigi e Lukasz Przytarski
collaborazione al disegno luci Evina Vassilakopoulou, Amador Artiga Tuset, David Blouin
composizione e progettazione sonora David Blouin coproduzione TORINODANZA Festival, ONE DANCE WEEK Festival – Plovdiv, Compagnia Simona Bucci/Degli Istanti
con il supporto di 2WORKS / DIMITRIS PAPAIOANNOU, il FUNARO / Pistoia, Fabbrica Europa / PARC Performing Arts Research Centre – NRW Ministerium für Kultur und Wissenschaft, Teatro-Biblioteca Quarticciolo – Roma
SITO WEB: Fritz Company – Bigi / Paoletti | (fritzcompanybp.com)
Un discreto protagonista è il racconto di un istante, l’istante del tempo che va fuori dai cardini, o prima ancora del tempo,
in cui equilibrio e simmetria si rompono per dare inizio al tempo.
Nessun bang, nessun rumore, solo una temporanea vibrazione dell’aria.
La simmetria si frantuma, e presenze sfocate si sovrappongono, si mescolano. Si tramutano e cambiano in una espansione
costante.
Sono resti e frammenti sparsi, che in uno spazio fluido tentano di ricomporsi in forme dettate da rapporti geometrici, che
generano relazioni sempre diverse.
La nostra ricerca si è mossa attorno a una domanda: cos’è il vuoto? Il vuoto in quanto stato fisico, ma anche in termini esistenziali, e il vuoto nell’atto creativo. Il tema del vuoto, da cui eravamo incoscientemente attratti e nel quale ci siamo ritrovati immersi durante la pandemia, ha iniziato a chiarirsi e a concretizzarsi attraverso un’esplorazione delle recenti scoperte nel campo della fisica sulle origini dell’universo.
Abbiamo rivolto il nostro sguardo alla scienza, che nel corso dei secoli ha elaborato idee diverse, mutando di volta in volta la realtà, influenzando una visione del mondo, e riplasmando il nostro modo di percepirci, relazionarci e raccontarci. Questa esplorazione ci ha condotto all’interno di due mondi solo apparentemente distanti: uno più matematico, legato agli aspetti scientifici, e uno più umano, connesso a una cultura remota, attraverso i miti fondativi.
Abbiamo lavorato sul tempo, sul vuoto e il pieno, il denso e il rarefatto; sulla possibile relazione tra due figure attraverso rapporti geometrici e astratti, che ci siamo resi conto governare il macroscopico come il microscopico. Le scoperte sulle origini dell’universo hanno ispirato così la linea narrativa del nostro lavoro, che si è nutrito anche di altre storie, legate a differenti mitologie. Immerse all’interno di una pagina bianca, queste due figure entrano in relazione, e poi in collisione, sviluppando rapporti e percorsi che si uniscono, separano o sovrappongono continuamente, in un gioco di riflessione e rispecchiamento che ci ha condotti nella dimensione simbolica del doppio. Questo lavoro ha sollecitato una narrazione, che va al di là di una storia visibile: danza pura e frammenti di narrazione irrompono attraverso immagini legate ad alcune fra le storie più antiche, come pezzi di un’unica storia.