Concept e regia Marisa Ragazzo
Coreografie Marisa Ragazzo e Omid Ighani
Danzatori Davide Angelozzi, Elda Bartolacci, Alessandra Ruggeri
Tre danzatori che indagano sullo stato di “figlianza”. Un’ analisi profonda, poetica e intrisa di visioni segrete che rispondono ad un unico quesito principale: essere figli dura tutto il corso della vita?…e da altri che seguono spontaneamente…questo stato di privilegiata appartenenza permane anche quando formalmente viene meno il punto che lo concede?…senza genitori, si è ancora figli?
Lo stato di figlianza si modifica quando si diviene madri o padri?
La nuova produzione della company nasce da un coinvolta ed individuale visione della coreografa sull’argomento che diviene collettiva attraverso incontri e approfondite indagini con i danzatori.
È stato un lungo e complesso lavoro di riflessione sullo stato di figlianza quello che mettiamo in scena, una ricerca attraverso i ricordi specifici di ognuno di noi, coreografa e danzatori. Dettagliati ricordi scritti, condivisi, resi narrazione e quasi sempre riferiti soprattutto alla madre, nella quale per mesi abbiamo danzato immersi nella sua pasta vitale.
Abbiamo iniziato il processo creativo relativo al progetto “THE DAY WHEN I CHOSE TO BE A DAUGHTER” prendendoci il tempo per ogni cosa, parlando a lungo, condividendo memorie e stati emotivi…quattro figli che riflettono sullo stato di figlianza. Nessuna madre, nessun padre, solo figli. Sulla maternità e paternità è stato scritto molto, narrazioni estese e articolate ma sullo stato di figlianza, pochissimo. Che cos’è lo stato di figlianza? La prima di tante domande che ci spinge ad una condivisione attiva: voremmo dialogare con altri figli per arrivare ad una narrazione più estesa ed approfondita intrecciando un dialogo silenzioso con il pubblico, spingendo ognuno ad intraprendere un processo per recuperare i ricordi e le piccole storie nascoste nei segreti luoghi della mente.
ideazione e coreografia Roberto Lori
musiche suonate dal vivo da Marco Badiali (Percussioni), Simone Bompadre (chitarra classica e organetto diatonico), Silvia Liuti (voce)
con il sostegno di MIC, dip. spettacolo dal vivo, Regione Toscana
con la partecipazione della Banda musicale di Malmantile
Il lavoro coreografico “Terra mia” liberamente ispirato al romanzo “Carlone” di Libero Bigiaretti, nasce dal desiderio di riscoperta delle tradizioni popolari che da sempre costituiscono una parte del bagaglio culturale del nostro paese, da cui attingere. Il coreografo Roberto Lori, partendo dalle sue stesse radici matelicesi, ha scelto di indagare e reinterpretare in chiave contemporanea alcuni momenti salienti della vita del paese marchigiano, durante il periodo tra le due guerre mondiali.
Attraverso una giustapposizione di quadri i danzatori porteranno in scena la vita quotidiana dei giovani di paese, i riti della festa, la processione, le dinamiche della famiglia tradizionale, il desiderio di libertà e di scoperta del mondo oltre il borgo. La dimensione popolare, il gioco, le differenze tra campagna e città fanno da sfondo ad una danza ricca di gestualità e ritmi coinvolgenti, in cui la scena si anima e si colora intrecciando a volte attimi di ricercata teatralità.
“La tradizione è una bellezza da conservare, non un mazzo di catene per legarci.” [Ezra Pound]