OTELLO
Opus Ballett
coreografia e regia Arianna Benedetti
direzione artistica Rosanna Brocanello
con Noemi Dalla Vecchia, Roberto Doveri, Leonardo Germani, Stefano Pietragalla, Chiara Rontini, Jennifer Lavinia Rosati, Adrien Ursulet, Gabriele Vernich, Valentina Zappa
con il sostegno di Regione Toscana.
Passato e presente si intrecciano, vibrano e ci rimandano dai versi di Shakespeare ai giorni nostri, nella più cruda e drammatica attualità: Otello e Desdemona, certo non il primo “femminicidio” della storia, ma forse quello più famoso.
La gelosia, il possesso che diventa patologia e fa sì che gli uomini si arroghino il diritto di punire con la morte le loro donne, le loro vittime.Così Desdemona, forte di quell’amore a cui si è volontariamente donata, diventa sulla scena vittima sacrificale e simbolo di riscatto per le altre donne che, attraverso la loro unione, trovano l’energia e la forza necessarie sia per la vendetta, che per rialzare la testa e guardare in faccia il futuro.Ma la rabbia di Desdemona è la rabbia di tutte le donne costrette all’impotenza persino da un oggetto semplice come un fazzoletto, un oggetto che però può diventare un’ossessione, può armare una mano o tappare la bocca fino a far soffocare.
Sul fronte maschile, al centro della scena il rapporto, sempre presente e materialmente tangibile, tra Otello e Iago. Personaggio emblematico, quest’ultimo, che, sdoppiandosi in un gioco scenico estremamente efficace, diventa ora la personificazione del male, ora della semplice e stupida arroganza umana: uno Iago stringe, avviluppa, ed infine possiede la mente di Otello mentre l’altro, più fisico e materiale, lo abbraccia gli parla gli mostra il corpo della donna amata concesso ad altri. Due figure per uno stesso personaggio che, in tutta la rappresentazione, si fondono magistralmente fino compiere l’inganno estremo. E’ dal confronto, sempre presente ed estremamente tangibile, dei personaggi che prende vita tutta la struttura coreografica nel suo insieme: un percorso di ricerca nell’interconnessione e nella contaminazione dei linguaggi della danza contemporanea. Proprio su questa ricerca si inserisce il lavoro sul corpo e sull’effetto coreografico. Ricordando ancora il bicentenario della nascita del grande maestro di Busseto, Giuseppe Verdi, anche questa opera coreografica intende rendergli omaggio inserendo la danza tra la musica e la parola cantata. La scelta musicale rimanda a piani temporali diversi e contrapposti: da un lato la contemporaneità, esaltata dalle sonorità elettroniche, dall’altro la musica di Verdi che all’improvviso irrompe sulla scena in maniera quasi fisica e la invade completamente, possedendo corpi ed i movimenti dei danzatori per un risultato che è insieme contrasto e fusione, purezza e contaminazione.
Esempio ne è la dolcissima e delicata Desdemona che nella sua “Ave Maria” fonde, nella lirica delle note verdiane, passi e movimenti contraddistinti da un’autentica e vibrante contemporaneità. Di primaria importanza sul palcoscenico la presenza delle luci di un grande maestro del calibro di Carlo Cerri che col suo linguaggio fatto di ombre, forme e luce conferisce a tutta l’opera un ulteriore elemento artistico di estrema suggestione.
Maître de ballet: Bruno Milo
Light designer: Carlo Cerri
Direzione Tecnica e datore luci: Alessandro Ruggiero
Fonico: Orso Casprini
Ideazione costumi: Arianna Benedetti
Consulenza drammaturgica: Edoardo Bacchelli
Produzione: Compagnia Opus Ballet 2014