Coreografie Margherita Landi e Agnese Lanza
VR e video artist, creative technologist Margherita Landi
Stage design, assistenza tecnica e drammaturgica Massimo Bevilacqua
Produzione Compagnia Simona Bucci/Compagnia degli Istanti e Fabbrica Europa PARC_Performing Arts Research Centre
Si tende a pensare che l’assenza sia immateriale dimenticando che essa per essere percepita richiede l’accesso alle proprie memorie fisiche ed emotive. Di fatto non ci può mancare ciò che non conosciamo o non ricordiamo.
Embodying Absence è l’ultima fase di avvicinamento al tema dell’assenza, dopo Dealing with Absence (assenza come distanza) e Touching Absence (assenza come relazione) l’ultimo step è un processo di ricerca e accettazione dell’assenza come stato interiore.
Il progetto si propone quindi di lavorare sull’apprendimento in tempo reale di una breve partitura di movimento da visore e per poi esercitarsi a stare nei vuoti di memoria di ciò che è stato appreso.
I contenuti coreografici sono scene che evocano qualcosa che tutti noi conosciamo bene: il gioco dei bambini il movimento libero e immaginativo quando verso i 4-5 anni non sono stati ancora contaminati da pregiudizi o aspettative.
Per un danzatore la parte difficile dell’accettazione del vuoto di memoria è proprio il giudizio che questo momento si porta dietro. In questo mestiere viene infatti richiesto di non dimenticare nessun movimento in una sequenza. L’ intento è infatti riportare il danzatore a quelle memorie fisiche precedenti la costruzione di queste aspettative, per ritrovare la bellezza dello stare con semplicità in qualunque dimensione, anche in quella del vuoto.
Il visore di Realtà Virtuale (VR) diventa qui oggetto presente/assente, poiché strumento principale, esperienziale, maschera attraverso cui si apprende in tempo reale, tele trasportando il performer in un luogo dell’infanzia, fatto di gioco e di libero movimento, da cui rubare gesti e sequenze in modo estemporaneo, costruendo una partitura di movimento diversa per ognuno, pur partendo dallo stesso materiale video.
Il processo si costituisce di un “dentro” invisibile allo spettatore, ma percepibile sul corpo del danzatore, e di un “fuori” che è poi la ricaduta performativa generata.